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HUSSERL-KANDINSKY
L’eclissi della natura nella fenomenologia e nella pittura del primo Novecento

GIUSEPPE SAPONARO

Roma, Bibliosofica, 2001
Formato cm 15x21, pagine 160, € 12,39 - ISBN 978-88-87660-05-0
Immagine di copertina: Giuseppe Saponaro, Segnalibro, 1998 (Acquarello)

Questo libro promette un’introduzione all’universo della filosofia e della pittura, ma al lettore chiede in cambio uno sforzo di immedesimazione. La fenomenologia husserliana può essere compresa solo se esercitata in concreto: in tal senso essa si propone come “filosofia del lavoro” ed auspica un “ritorno alle cose stesse”.


Così, per comprendere la logica dei colori e delle forme pittoriche, lo stesso autore, filosofo di formazione, ha dovuto a lungo cimentarsi con matite, pennelli e tavolozze. La fenomenologia di Husserl e la pittura astratta di Kandinsky sono due eventi della cultura europea contrassegnati da una doppia affinità e specularità: sembrano simultanei nella nascita e insieme caratterizzano un tempo che continua ad essere sempre il nostro. Così, per la prima volta in modo chiaro e consapevole, la forma della pittura mette a nudo la propria anima filosofica, mentre la filosofia, immergendosi nell’universo dei fenomeni puri, si svincola da ogni estrinseco pregiudizio e ritrova la propria vocazione spirituale. L’unico autentico precedente della fenomenologia husserliana, se lo si vuole trovare a tutti i costi, andrebbe ricercato nella filosofia stessa, soprattutto nei momenti decisivi (“critici”) della sua definizione ed autofondazione: Platone, Descartes, Kant. Come Husserl è un classico della filosofia, così, in verità, è arte classica la pittura astratta di Kandinsky. L’uno si propone per la filosofia ciò che l’altro si propone per la pittura: rifondare le due discipline come funzioni specifiche della cultura, restituendo ad entrambe la perduta autonomia.
La civiltà occidentale rischia di dissolversi nella barbarie dei consumi materiali e nelle moderne forme di cecità spirituale, imposte oggi su scala globale da un presunto “libero mercato”, il quale, accettato dapprima come un “fatto naturale”, viene in seguito sacralizzato nella civiltà di massa e reso oggetto di venerazione. Di fronte a tale minaccia, la “sospensione” della fenomenologia e l’astrazione della pittura non rappresentano una fuga dal mondo reale né un parassitario rifugio nella soggettività, ma, al contrario, ci tengono desti, ed in modo costante impegnati nel compito del puro vedere e del puro pensare, quali condizioni imprescindibili di ogni autentico rinnovamento culturale.
In questo libro il pittore Kandinsky ci parla in modo diretto con una piccola scelta tra i suoi quadri più significativi, mentre il filosofo Husserl lo fa con la sua Prolusione del 1917, di cui si pubblica qui la prima traduzione in lingua italiana.

 


GIUSEPPE SAPONARO (Lecce, 1946) è ricercatore presso la Facoltà di filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma. Dopo la laurea in filosofia (sul marxismo francese), per circa sei anni ha proseguito i suoi studi a Parigi. Ha pubblicato saggi su Georges Politzer, su Lucien Goldmann, e tradotto in italiano opere di vari autori francesi (tra gli altri, P.-J. Proudhon, Ch. Buci-Glucksmann, N.Poulantzas). Come ricercatore e docente universitario si è occupato di etica, logica, teoria della conoscenza e, in margine, di estetica filosofica, privilegiando i grandi temi del pensiero critico ed esponenti della filosofia trascendentale, in particolare Kant, Leibniz, Husserl, Cassirer. Su tali temi ed autori ha pubblicato vari studi, dispense universitarie, nonché curato la traduzione italiana di testi inediti (di Cusano, Cassirer, Husserl). Dal 1984 disegna e dipinge, in parte per diletto, in parte per curiosità, ma soprattutto per strappare anche a queste forme d’espressione i segreti della difficile arte del vivere.